zone à défendre // zona da difendere

Una Z per indicare il territorio, lo spazio delimitato, circoscritto di un paesaggio spopolato, colonizzato o distrutto. Zona aperta, campo di battaglia oppure di ritirata.

Una A per indicare la spinta, il soffio di un’azione o di una pratica che vuole pensarsi in moto, verso una direzione ostinatamente critica.

Una D, défendre /difendere: immaginare uno spazio di resistenza, di auto-difesa, di protezione, di cura, di rilancio e contrattacco. Spazio da difendere per pensare una letteratura viva, politica, capace di lasciarci intuire la realtà.

L’idea alla base di zad, progetto lontano dalle estenuanti interrogazioni accademiche sulla “letteratura militante” e sul rapporto fra poesia e politica, è piuttosto quella di pensare alla poesia e alla letteratura come luogo di conflitto, spazio in cui può generarsi una rottura.

Ci sentiamo lontane/i dall’idea di una “poesia civile” o esclusivamente politica. Ci interessa piuttosto tentare di ripoliticizzare lo sguardo sulla letteratura, decolonizzare il discorso su di essa, dar voce a testi e soggettività che si fanno portatori di un conflitto o di una forma di resistenza.

In questo senso, lo spazio che inauguriamo inizia a circoscrivere una zona da difendere, pur restando un luogo aperto a tutte le soggettività che desiderino partecipare.

Scriveteci: rivista.zad@gmail.com

anticapitaliste ! zad partout ! | doubichlou14 | Flickr
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: